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Dislessici si nasce o si diventa?

Di dislessia non si guarisce e chi nasce con questa disfunzione accetta una sfida che dura tutta la vita. Sì perché dislessici si nasce , a meno che non intervenga una lesione cerebrale in età adulta, i primi disagi davanti alla parola scritta che questo disturbo comporta si manifestano nell’infanzia e solo una diagnosi tardiva può fare scoprire la dislessia in età adulta.

Cos’è la dislessia di preciso?

I danesi la chiamano “Cecità della parola”, definizione che ha iniziato a correre anche in Italia, perché si verifica quando il cervello ha problemi a “vedere” cioè ad elaborare parole e lettere nel modo corretto. Questo non significa che chi soffre di dislessia ha difficoltà a parlare o ad esprimersi, ma piuttosto, si tratta di difficoltà a riconoscere ed elaborare la parola scritta: in pratica per un bambino dislessico leggere è un salto a ostacoli.

La dislessia è un handicap?

La dislessia quindi non è un vero e proprio handicap ed è comunemente classificata come un disturbo dell’apprendimento che rallenta la corretta lettura. Non dipende da mancanza di volontà del bambino, né da cattivi insegnanti ma da una condizione neurologica, spesso genetica, che complica la decodifica delle parole. Leggere è un’operazione piuttosto complicata. Occorre relazionare il suono (fonema) al corrispondente simbolo scritto (grafema) e legare il significato alla parola finale, senza, per altro, confondere suoni simili. Tutte queste operazioni, ma anche altre, avvengono nell’emisfero sinistro del cervello che è proprio quello deputato all’elaborazione di parole e linguaggio. Quando una persona con dislessia legge, il suo emisfero sinistro non funziona allo stesso modo di chi non soffre di questa condizione. Questo non vuol dire che chi è dislessico è poco intelligente, da Leonardo da Vinci a Churchill e Einstein molte personalità della storia hanno avuto problemi con la pagina scritta.

Come viene percepita la dislessia a livello sociale?

La dislessia comunemente non è ritenuta una disabilità, ma una semplice difficoltà di apprendimento (DSA) e le persone che ne sono affette devono lavorare molto di più rispetto ai loro coetanei per sviluppare capacità di alfabetizzazione. Tuttavia la legislazione italiana (legge 170/2010) riconosce agli studenti affetti da dislessia il diritto ad ottenere strumenti compensativi e misure dispensative in relazione alla loro condizione per quanto riguarda il percorso scolastico, la formazione universitaria, gli esami di Stato, i test d’ingresso ecc. Per quanto riguarda il mondo del lavoro, al contrario, i dislessici dovranno attendere che il disegno di legge che li riguarda e che è fermo in Parlamento, passi l’iter formativo per poter avere altrettanta attenzione. Allo stato attuale solo la Gran Bretagna, dove i dislessici sono 6,6 milioni, e la Danimarca hanno una legislazione specifica che tutela la dislessia come una disabilità, mentre gli Stati Uniti hanno posto in essere misure contro la discriminazione degli affetti da DSA sul posto di lavoro.